Ma non è detta l’ultima parola …
Arrivano dagli Astronomi le prime sentenze su alcuni esopianeti sui quali molti avevano riposto speranze.
Cosa sono gli esopianeti? Sono quei corpi celesti extraterrestri che possiedono le caratteristiche idonee allo sviluppo della vita. Non sempre si parla di vita intelligente, ovvero di specie evolute. E questa è una distinzione di cui si deve assolutamente tener conto.
In molte occasioni possiamo ritenere un pianeta ottimale per la vita anche se fosse in grado di ospitare la vita allo stato più semplice. Persino unicellulare. Ma ovviamente una cosa non esclude l’altra. Ovvero ci sono molti pianeti che offrono condizioni prossime a quelle della Terra.
Tra questi ci sono certamente Proxima Centauri-B e i pianeti facenti parte del sistema della stella Trappist-1.
Si tratta di corpi celesti molto suggestivi per diverse ragioni. In primis Proxima Centauri-B è un pianeta che orbita attorno alla stella più vicina al Sole. Distante dalla Terra “solo” 4 anni-luce.
Ovvio che l’ipotesi che Proxima Centauri-B possa essere abitata, e magari da vita intelligente, scatenerebbe la fantasia di chiunque. I viaggi interstellari di eventuali popoli alieni sarebbero se non probabili, almeno possibili.
Riguardo a Trappist-1 e ai suoi pianeti, la suggestione invece è diversa. Questa stella ha nel suo sistema ben sette pianeti che possono essere considerati tra quelli simili alla nostra Terra.
Vediamo però come le ultime osservazioni di Astronomi e Astrofisici ci disilludono.
Proxima Centauri e Trappist-1, come il Sole … ma non troppo
Iniziamo con Proxima Centauri-B. È il secondo pianeta più vicino alla stella più vicina a noi.
Uno studio apparso su Astrophysical Journal Letters, e successivamente riportato dal sito Focus.it, ha rivelato che l’atmosfera che avvolge Proxima Centauri-B non è adatto allo sviluppo della vita. E ciò nonostante la presenza di distese di acqua sulla superficie del pianeta.
La stella proxima Centauri è una nana rossa, che condiziona fortemente la forza gravitazionale e il campo magnetico del pianeta in oggetto.
La ricercatrice Katherine Garcia-Sarge (Goddard Space Center, Nasa) ha specificato infatti: “L’enorme quantità di radiazioni ultraviolette ionizza i gas atmosferici, strappando loro gli elettroni. Questi vengono quindi “sparati” fuori dal pianeta in una specie di coda di particelle cariche elettricamente che è in grado di vincere la forza di gravità del pianeta”. Questo meccanismo innesca delle conseguenze che causano la perdita di elementi leggeri come l’idrogeno, e con il tempo anche di quelli pesanti come ossigeno e azoto.
Insomma, non è affatto escluso, anche se non provato, che questo pianeta possa aver sviluppato qualche tipo di atmosfera vivibile. Ma è provato che questa si sarebbe corrotta in un arco di tempo che può variare da 100.000 a 2 miliardi di anni fa.
La situazione relativa ai sette esopianeti che orbitano attorno a Trappist-1 non è molto diversa.
Sull’argomento, venuto alla ribalta a febbraio di quest’anno e che aveva fatto sperare al meglio, hanno lavorato ben due gruppi di ricerca, entrambi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge.
Le conclusioni sono purtroppo molto poco incoraggianti. Trappist-1 è anch’essa una nana rossa, ma molto più fredda del Sole. Produce però molte radiazioni e esplosioni. Il campo magnetico che avvolge i pianeti che le orbitano attorno non è sufficiente a proteggerli. La loro atmosfera si rivela quindi assolutamente non adatta a qualsiasi forma di vita.
Si tirano le somme
Gli scienziati concordano quindi sul fatto che non basta che un pianeta si trovi nella cosiddetta “fascia di abitabilità”. Ci sono una quantità di innumerevoli altri fattori, che vengono spesso sottovalutati, ma che fondamentali.
Non è detta l’ultima parola sull’esistenza di vita extraterrestre. Ma queste ultime notizie non creano certo ottimismo.